L'impatto sugli anziani della pandemia

La pandemia mondiale del COVID-19 ha sottolineato e reso ancor più marcati alcuni aspetti emergenziali relativi a situazioni di abbandono e scoraggiamento da parte di soggetti soli o isolati. 

E' necessario per questo motivo ripensare all'assistenza , darle un approccio differente analizzando gli aspetti critici e trovando soluzioni applicabili in larga scala. 

Partiamo dal presupposto che le principali condizioni di vulnerabilità degli anziani si trovano principalmente nell'invecchiamento del nostro paese. L'Italia è il paese con l'età media più alta d'Europa ( 46,3 anni ) rispetto al resto della UE che si attesta a 43,1 e questa situazione genera ogni anno sempre più soggetti a rischio di perdita funzionale e dell'autonomia. 

[Entro il 2080 l'Europa sarà composta dal 30% di soggetti over 65]

Servono quindi nuove garanzie sociali, è  necessario programmare nuovi interventi di prossimità che evitino l'abbandono dei soggetti fragili e sostengano il carico di cura dei caregiver ( altro soggetto cambiato profondamente nel tempo , ma ne parleremo in un altro articolo ). 

Ripensando al concetto di garanzia sociale , è necessario individuare un quadro di interventi mirati che portino a lavorare su tre pilastri principali : autonomia, integrazione relazionale e autonomia sociale e adeguare quindi i "progetti di vita" dell'anziano verso nuovi obiettivi raggiungibili nel nuovo contesto di vita ( all'interno della pandemia ) che sono profondamente differenti rispetto a quelli del passato in termini pratici.  

 

Perchè ci sia un percorso è necessario che gli attori coinvolti all'interno di un piano assistenziale lavorino in sinergia per mettere in atto azioni condivise che portino ad un miglioramento globale delle condizioni ed in specifico: 

  • Autonomia : vanno messi in atto interventi mirati al sostegno della vita di ogni giorno che possano ridurre sensibilmente le condizioni di bisogno significative
  • Integrazione relazionale: è necessario costruire un percorso di sostegno psicologico per un miglioramento della qualità delle relazioni e per acquisire nuove competenze relazionali 
  • Autonomia sociale : va ripensata la gestione del tempo e lo svolgimento di attività per il mantenimento/miglioramento delle capacità nelle attività strumentali ( all'interno di un contesto protetto ) 

Un dato interessante è che anche prima della pandemia, nell'analisi dei fattori di rischio multidimensionali per la popolazione anziana, erano stati effettuati dei percorsi di ricerca e di studio [ molto interessante la "scoping review" ( Walsh et al, 2016) ]  che sostengono che lo stigma dell'ageismo produce emarginazione e isolamento grazie all'intreccio con i fattori di rischio diretti e indiretti per la salute e il benessere delle persone anziane, ed è chiaro che c'è una certa somiglianza tra gli ambiti di esclusione sociale pre-pandemia e quelli rilevabili oggi ( con una pandemia in corso ) e la via per un cambiamento va posta attraverso strategie per promuovere il benessere delle persone anziane.

Alcuni ricercatori ( D'cruz M., Banerjee D, ) nel corso dell'anno 2020 hanno elaborato delle raccomandazioni per i Governi sotto forma di "Advocacy Review" al fine di ridurre le conseguenze dell'isolamento sociale  e contrastare l'emarginazione e ve ne sottopongo alcuni : 

  • Priorità nelle cure del servizio sanitario agli Anziani, in quanto popolazione a rischio elevato
  • Garanzia della continuità delle cure
  • Favorire l'alfabetizzazione digitale 
  • Condivisione con l'anziano dei protocolli assistenziali 
  • Attenzionare maggiormente i soggetti con disturbi cognitivi 
  • Attivare campagne informative di educazione sanitaria con un taglio "positivo"
  • Rendere l'anziano protagonista nelle decisioni di politica sanitaria 

Trovo che queste strategie possano anche essere utilissimi spunti per "interventi" concreti all'interno del Piano Assistenziale dell'anziano perchè la rimodulazione degli obbiettivi di vita siano in linea con il tempo e con le ulteriori necessità causate dalla pandemia. 

 

Stefano D'Errico

 

Nell’immagine io e la cara Elia, ospite della CASA DEL SOLE di Torrazza Coste (Pv)